Metal e dintorni nel nuovo millennio

All’ascoltatore occasionale, il metal potrà sembrare un genere musicale sempre uguale a sé stesso, tutto concentrato nella ripetizione di schemi ben definiti. Ma sin dal 1983, anno dell’uscita di Kill’em All dei Metallica, di fatto l’atto fondativo del sottogenere thrash, l’heavy metal non ha avuto paura di contaminarsi con un’infinità di altri stili.
Gli anni Ottanta sono quelli dei grandi classici, che gettano le basi per gli sviluppi dei decenni a venire: band come i già citati Metallica, gli Slayer o gli Iron Maiden sono attive ancora oggi, pur tra alterne fortune, e occupano spesso le copertine delle riviste di settore; ma questo è anche il periodo della nascita di correnti più underground come death, black, grindcore o doom.
I Novanta, invece, vedono l’affermazione anche commerciale del fenomeno alternative, in cui coesistono gruppi assai distanti fra loro, accomunati però dalla capacità di incorporare in un suono pesante elementi di progressive e industrial (Tool), funk (Primus, Faith No More), noise (Helmet), rap (Rage Against The Machine) e perfino world music (Sepultura). Sul finire del decennio, a partire da molte di queste influenze, si è poi sviluppato il cosiddetto nu metal, che per un breve periodo ha goduto di grande successo.
Ma cos’è successo, poi? Per raccontarvelo abbiamo selezionato dieci album significativi che trovate in download legale e gratuito su MediaLibraryOnLine.

Baroness - Blue RecordBaroness – Blue Record (2009)
Psichedelico fin dalla copertina, gemella di quella del precedente Red Album, il Blue Record degli statunitensi Baroness è un ascolto intrigante, immediato e allo stesso tempo impegnativo. Perfetto in ogni dettaglio grazie a una produzione ricchissima, il disco è fatto di dodici tracce che scorrono leggere nonostante il passo, alle volte, sia quello pesante dello sludge metal. Ma poi ci si trovano anche gli assolo armonizzati e i riff melodici di scuola hard e quieti momenti elettroacustici quasi pop, e allora l’album si svela in tutta la sua granitica bellezza.

Cave In - JupiterCave In – Jupiter (2000)
Superata la fase più oltranzista e metalcore della propria carriera, i Cave In realizzano con Jupiter quello che probabilmente sarà ricordato come il loro capolavoro. Ammorbiditi i toni della splendida voce di Stephen Brodsky, ora melodica ed emotiva, la band regala otto brani d’avanguardia che qualcuno ha definito, a ragione, “Radiohead-meets-hardcore”, in cui il metal sopravvive solo nella complessità delle composizioni. Un viaggio davvero bellissimo, dalla title-track alla conclusiva New Moon.

Converge - All We Love We Leave BehindConverge – All We Love We Leave Behind (2012)
Vera istituzione della scena indipendente americana, i Converge di Jacob Bannon marcano con All We Love We Leave Behind un altro apice nella propria carriera, che già poteva vantare album di straordinaria intensità come Jane Doe e You Fail Me (presenti, come gli altri, su MLOL). Ultraviolenza thrash/death e rabbia hardcore, urla gutturali e rarissime pause melodiche fanno di queste quattordici tracce un ascolto obbligato per tutti gli amanti delle sonorità più estreme.

Deafheaven - SunbatherDeafheaven – Sunbather (2013)
Nome di gran moda nel panorama indie contemporaneo, i Deafheaven arrivano a un’acclamata opera seconda, finita nelle classifiche di fine anno di moltissime riviste e webzine, portando ancora un passo oltre la contaminazione fra black metal (le ritmiche iperveloci, lo screaming del cantato, la grandiosità dei panorami sonori) e shoegaze (chitarre stratificate e stacchi malinconici). Sette canzoni davvero notevoli, elaborate e scintillanti.

Dillinger Escape Plan - Ire WorksDillinger Escape Plan – Ire Works (2007)
Abbandonate le follie math dell’esordio Calculating Infinity già ai tempi di Miss Machine, con Ire Works i Dillinger Escape Plan calcano ulteriormente la mano sulla sperimentazione sonica. I tredici brani, che raramente superano i tre minuti di durata, rimbalzano da una parte all’altra come schegge impazzite, tra tecnicismi metal, grindcore, stacchi jazz, ritornelli immediati e indecifrabili inserti elettronici. Osteggiato dai vecchi fan, “Ire Works” è in realtà, come il predecessore, un’opera solida e coraggiosa.

Isis - OceanicIsis – Oceanic (2002)
Probabilmente la più alta espressione del post-metal, gli Isis di Aaron Turner raggiungono un vertice insuperato con questo album (e il successivo Panopticon). Oceanic ha tutte le qualità del disco di genere definitivo, portate ai massimi livelli: i tempi dilatati e le atmosfere sognanti spezzate da bordate chitarristiche, l’impianto perlopiù strumentale su cui si inserisce il possente growl del cantante, l’abbandono della classica forma-canzone. Disco articolato e ambizioso (sette tracce per più di un’ora di durata), un’esperienza emotiva importante.

Mastodon - LeviathanMastodon – Leviathan (2004)
Concept liberamente ispirato a Moby Dick di Herman Melville e per alcuni critici il miglior album metal dello scorso decennio, Leviathan dei Mastodon è un epico tour de force di tre quarti d’ora che alterna micidiali riff chitarristici (sentite quello, ormai fattosi classico, che apre Blood And Thunder) a improvvise variazioni ritmiche, dovute alla straordinaria perizia tecnica di Brann Dailor, batterista dalle evidenti influenze jazz e progressive.

Nile - In Their Darkened ShrinesNile – In Their Darkened Shrines (2002)
Il più terrificante tra i dischi della nostra lista, In Their Darkened Shrines è il vertice della carriera dei Nile, quello che li ha consacrati come la più grande death metal band degli anni Zero. Iper-tecnica e brutale, la musica di Karl Sanders e sodali passa in un attimo dal blast beat più estremo a rallentamenti doom, con testi che si rifanno alla mitologia egizia e a H.P.Lovecraft, di cui riprendono le atmosfere ancestrali e orrorifiche, come accade negli undici minuti di Unas, Slayer Of The Gods o nei diciotto della grandiosa suite in quattro parti che dà il titolo al disco.

Opeth - Blackwater ParkOpeth – Blackwater Park (2001)
Prodotto dal geniale Steven Wilson, che molti di voi conosceranno come leader dei Porcupine Tree, Blackwater Park è il quinto studio album degli Opeth, band progressive metal svedese assai influente. Illuminate dalle intense interpretazioni vocali di Mikael Akerfeldt, efficace tanto nel growl quanto nel cantato più limpido, le otto lunghe composizioni alternano poderosi riff metal a sognanti parentesi acustiche, dalle influenze Pink Floyd, evidenti nella splendida Harvest.

System Of A Down - ToxicitySystem Of A Down – Toxicity (2001)
Secondo album per i losangelini System Of A Down, Toxicity è in toto trionfo artistico e commerciale: dodici milioni di copie vendute dall’uscita, il disco mette insieme riff iper-violenti, influenze etniche figlie delle origini armene dei membri del gruppo e la vocalità da brivido di Serj Tankian; e, naturalmente, grandi canzoni, alcune delle quali divenute col tempo veri classici, come Chop Suey! e la title-track.

Oltre agli album di cui vi abbiamo parlato, le band citate sono presenti su MediaLibraryOnLine con tante altre opere importanti: un ottimo modo, insomma, per avvicinarsi alle sonorità del metal del nuovo millennio.
Ne potrete scaricare gratis e legalmente tre canzoni a settimana, grazie al servizio di MP3 download di Freegal Music, che vi abbiamo raccontato qui. Qualora non fosse presente, chiedete al vostro bibliotecario.