Sciascia: gialli da ascoltare

Sciascia-Wikipedia- immagine di pubblico dominioLeonardo Sciascia (1921-1989), siciliano di Racalmuto, è considerato uno dei maggiori intellettuali italiani del secolo scorso. Esordì come poeta, scrisse opere teatrali, fu giornalista e saggista impegnato nel dibattito civile. Deve però la sua fama soprattutto a due romanzi gialli, Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966) da cui furono anche tratti due film omonimi, rispettivamente di Damiano Damiani (1968) e di Elio Petri (1967).

Agli inizi degli anni ‘60, Il giorno della civetta rappresentò una vera novità. Sciascia infatti si servì della narrativa per raccontare la realtà. Volendo utilizzare le sue parole, fece del romanzo “una materia saggistica che assume i modi del racconto”. Quindi non solo parlò apertamente di mafia, un argomento tabù o comunque fino ad allora riservato a saggi o studi, ma affidò quel tema ad una forma narrativa di largo consumo, il giallo appunto. Anche se, a dire il vero, il giallo classico venne smontato: contrariamente ai romanzi di autori come Agatha Christie o George Simenon, qui l’individuazione e l’arresto del colpevole non chiudono la vicenda poiché, dietro a colui che ha commesso il dellitto, ci sono i mandanti esterni che appartengono al mondo dei poteri forti, dell’economia e della politica. (“Il potere è sempre altrove” disse Sciascia in un’intervista). Questo scardinamento della forma giallo si verificò anche nel romanzo successivo A ciascuno il suo del quale Italo Calvino (che nel 1954 aveva segnalato Sciascia all’editore Carocci) disse: “Ho letto il tuo giallo che non è un giallo, con la passione con cui si leggono i gialli, e in più il divertimento di vedere come il giallo viene smontato, anzi come viene dimostrata l’impossibilità del romanzo giallo nell’ambiente siciliano”.

il_giorno_della_civettaIl giorno della civetta prende avvio dall’omicidio di Salvatore Colasberna, il socio di un’attiva cooperativa edilizia “colpevole” di aver rifiutato la protezione della mafia, su cui è incaricato di indagare il capitano dei carabinieri Bellodi, originario di Parma. L’indagine viene condotta in un ambiente in cui omertà e diffidenza prevalgono, ostacolando le indagini e contemporaneamente viene seguita con preoccupazione negli ambienti politici romani per paura che le piste portino a personaggi vicini al partito di governo. Nel frattempo avvengono altri omicidi, ma quando Bellodi comincia a ricostruire i delitti, individuando esecutori e mandanti, ci sarà un intervento dall’alto per fermarlo.

a_ciascunoLa storia di sangue e corruzione narrata in A ciascuno il suo non è di mafia ma scava comunque in una società oscura e crudele. In un paese della Sicilia vengono uccisi durante una battuta di caccia il farmacista del paese, Manno, ed un suo amico, il dottor Roscio. Il professore di liceo Laurana non crede alla versione ufficiale delle cause di quegli omicidi e inizia cosi un’indagine personale scontrandosi con l’omertà dominante e finendo intrappolato nell’ambiente dei notabili del paese, in cui è scaturito il delitto, che giocano con la vita e la morte.

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