Parlare Civile: per riflettere sull’uso delle parole

Clandestino e vu’ cumprà, handicappato e diversamente abile, delitto passionale e femminicidio, gay e trans. Sono termini corretti o sbagliati? Il motto di Parlare Civile, la risorsa online curata da Redattore Sociale, agenzia giornalistica che si occupa di tematiche sociali, e ospitata tra le banche dati di MediaLibraryOnLine, è:

 “Non esistono parole sbagliate. Esiste un uso sbagliato delle parole”.

parlarecivile
L’intento del progetto è quello di offrire un aiuto a tutti coloro che si occupano di comunicazione e che desiderano utilizzare un linguaggio corretto quando affrontano temi sensibili e a rischio discriminazione. Parlare Civile raccoglie più di duecento voci. Per ognuna delle parole chiave propone una scheda in cui si racconta l’origine etimologica, l’uso corrente, si portano esempi d’utilizzo erroneo, improprio o discriminatorio, si propongono alternative. Si tratta di schede ricche di informazioni, che però non hanno un intento prescrittivo: la lingua è in continua evoluzione e non può essere imbrigliata in rigide regole, ma è importante capire quanto essa possa riflettere, amplificare e veicolare pregiudizi e stereotipi per utilizzarla in maniera corretta e consapevole. Gli esempi d’uso, sia buono che cattivo, sono tratti da quotidiani, periodici o siti web mentre “per la spiegazione dei termini, le schede si basano sull’uso scientificamente certificato e più accreditato, quello più accettabile e in cui non è insita una possibile discriminazione o un’offesa”.
La navigazione è piuttosto semplice, si può cominciare esplorando la risorsa per argomenti cliccando sulla voce dell’indice Argomenti, selezionando quello di interesse fra Disabilità, Genere e orientamento sessuale, Immigrazione, Povertà ed emarginazione, Prostituzione e tratta, Religioni, Rom e Sinti, Salute mentale, e scegliere tra le parole appartenenti a quella tematica ed elencate alfabeticamente. Oppure si scelgono direttamente le parole chiave cliccando su Parole, che appaiono in elenchi sempre ordinati alfabeticamente.

Proviamo ad esempio a scegliere fra gli argomenti Genere e orientamento sessuale e, tra i termini raggruppati sotto questa voce, Delitto Passionale. Sulla sinistra della scheda appare un box di ricerca (lo stesso che si trova in Homepage) che permette un’ulteriore esplorazione di Parlare Civile, l’indice cliccabile della voce (Definizione, Uso del termine, Alternative consigliate, Esempi e casi giornalistici) e le parole ad essa correlate. Sulla destra si trova il corpo principale della voce che contiene link e rimandi alle altre voci presenti nella risorsa oltre a note e link esterni di approfondimento. Leggendo questa scheda scopriremo, ad esempio, come le espressioni utilizzate dai mezzi di comunicazione per indicare la morte di una donna per mano del marito, compagno, ex fidanzato o amante respinto, quali dramma della gelosia e raptus di follia tendano a considerare la gelosia, l’amore o la passione come un accettabile movente o un’attenuante di un delitto che viene cosi legittimizzato. Cliccando sull’espressione raptus di follia, contenuta nel testo, invece verremo inviati ad un’altra area semantica (Salute mentale) e alla voce corrispondente Folle/Raptus di follia in cui si ricordano l’etimologia del termine e il suo significato; leggendola comprenderemo come l’uso comune di quest’espressione per indicare atti di violenza contro le donne sia assolutamente inappropriato.

Questa banca dati è una risorsa consultabile liberamente in rete e che i bibliotecari hanno deciso di inserire nella collezione di banche dati di MLOL per la sua utilità e autorevolezza. La trovate in tutti i portali dei sistemi aderenti a MediaLibraryOnLine.