In visita all’Expo con MLOL

L’Esposizione che s’inaugura a ricordo solenne dell’apertura del Sempione è un altro documento di una delle maggiori vittorie della nostra civiltà, il trionfo di una lotta titanica […] dell’uomo contro le forze immani e gli ostacoli della natura. Il lavoro umano, moltiplicate le sue energie con macchine sempre più possenti, ha trionfato sul tempo e sullo spazio che con la forza del fato dividono le terre e gli uomini. La Stampa, 29-04-1906 – Archivio Storico

Sovrani d’Italia all’Esposizione del Sempione 1906 – immagine in PD

Queste sono le parole che avreste sentito pronunciare dal Ministro Pantano davanti ai reali e alle autorità il 28 aprile del 1906, giorno dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale del Sempione, se anche voi vi foste uniti alla folla di cittadini accorsi entusiasti per vivere quell’evento a cui la città di Milano si stava preparando da tempo, per esserne non solo lo splendido palcoscenico ma la vera protagonista. Quella del 1906 era la prima esposizione internazionale organizzata in Italia. L’Esposizione, voluta dalla classe dirigente lombarda e in particolare milanese (classe caratterizzata da una forte vocazione industriale e mossa dall’ambizione di raggiungere un alto livello di sviluppo, oltre che di essere da esempio per tutta la penisola) nell’intenzione dei suoi sostenitori avrebbe potuto dare visibilità alla città di Milano, all’etica del lavoro che la contraddistingueva, rinsaldando il suo ruolo di capitale morale d’Italia.
L’idea che portò alla candidatura della città fu quella di organizzare un evento per celebrare il Tunnel del Sempione, grazie al quale l’Italia si univa al cuore dell’Europa attraverso la Svizzera, e dedicato ai trasporti terrestri e marittimi (ma anche alla nascente aeronautica), alle belle arti e al lavoro.

Si tenne dal 28 aprile all’11 novembre di quell’anno in padiglioni ed edifici costruiti per l’occasione nell’area alle spalle del Castello Sforzesco e in quella occupata dalla Piazza d’armi, collegate fra di loro da una ferrovia sopraelevata e raggiungibili dalle principali stazioni ferroviarie tramite tram speciali, “omnibus automobili” oltre alle vetture pubbliche a trazione animale. Un servizio modernissimo realizzato grazie allo sforzo (testimoniato all’interno dell’esposizione nel padiglione Città di Milano) compiuto dalla città negli anni precedenti non solo per espandere la rete tramviaria ma anche per potenziare l’elettrificazione della città come testimoniano le Note sull’esercizio delle tramvie urbane pubblicate dal Comune di Milano per l’occasione.

expo1906Muniti dell’indispensabile Pass-Partout che “fa risparmiare denaro, tempo e fastidi, procura istruzione e diletto, offre la più grande utilità e convenienza” avreste visitato la fiera di zona in zona, magari sfogliando la breve Guida itinerario per visitare celermente l’esposizione, corredata di due piantine a colori con l’elenco dei padiglioni, degli espositori e dei servizi dedicati ai visitatori della manifestazione, disponibile anche in lingua francese, inglese e tedesca o quella redatta dal Guerin Meschino, la gloriosa testata milanese, ricca di resoconti poesie e vignette, od ancora la Guida-album di Milano e dell’Esposizione preceduta da una breve storia della città con la descrizione dei monumenti milanesi più belli, uno stradario e con gli orari degli esercizi pubblici e tanta pubblicità.

Expo-Milano-1906-Poster

Poster Expo – immagine in PD

All’ingresso vi avrebbe accolto la Galleria del Sempione, riproduzione del tunnel nelle sue varie fasi costruttive, e vi sareste aggirati tra colossali armature di legno, intelaiature di ferro rugginoso, giganteschi tubi dell’acqua e dell’aria compressa, rivivendo le fatiche e le gioie degli uomini che avevano lavorato alla realizzazione di un impresa epica, raccontata in Il Sempione e il Padiglione del Sempione: note esplicative, testo a carattere divulgativo, ed anche in  La galleria del Sempione, una storia tecnica ad opera di Ugo Ancona, senatore e docente universitario del Politecnico di Milano.

Visitando la Galleria del Lavoro invece vi sareste trovati in una galleria del “lavoro in azione” (come sottolineano i documenti ufficiali del Comitato esecutivo), al centro di un museo vivente dell’industria e del lavoro e sareste stati colpiti dal rumore, dal movimento, dalla vitalità e operosità. Uno spazio in cui osservare non tanto le macchine (le maestose e affascinanti motrici provenienti da tutta Europa, ad esempio, erano esposte nella Piazza) ma i cicli completi di lavorazione, grazie a centinaia di operai, tornitori, elettricisti e grafici che vi si recavano ogni mattina.

Di certo si respirava un’altra atmosfera nei restanti padiglioni tematici, ugualmente interessanti per il visitatore, ma privi del pathos che animava i precedenti: l’Acquario, il Parco Aeronautico, il Padiglione Agraria dedicato ai temi della produzione agricola, quello dedicato alla Previdenza sociale della Società Umanitaria, i padiglioni Pittura e Scultura e Architettura, o i padiglioni dei paesi partecipanti Francia, Germania, Austria-Ungheria, Grecia, Messico, Stati Uniti, Russia, Inghilterra, Svizzera, Giappone e Spagna.

Se desideraste immergervi in quel clima e rivivere quel momento di grande fiducia nel progresso, vi consigliamo di sfogliare e leggere le opere che abbiamo citato precedentemente, tutte accessibili grazie al prezioso progetto di digitalizzazione dal quale è nata DigitaMi: la Biblioteca Digitale di Milano, una collezione di documenti rappresentativi della tradizione storica e culturale del capoluogo lombardo. Una volta individuato il titolo in MLOL, cliccando su Leggi, sarete indirizzati alla scheda bibliografica dell’opera all’interno di DigitaMi: nella parte superiore potrete leggere una breve sintesi dei contenuti e, al di sotto dei dati bibliografici, scegliere se sfogliare e leggere la versione digitalizzata dell’opera originale cliccando su Leggi l’opera, o effettuare il download nel formato pdf e per alcune opere nel formato rtf.
Nel primo caso potrete sfogliare l’opera utilizzando i tasti rossi di scorrimento o selezionando il numero di pagina nella tendina apposita e sarà necessario essere connessi a internet, nel secondo potrete scaricare l’ebook in pdf e leggerlo in qualsiasi momento anche senza connessione. Come vi abbiamo già spiegato qui i file rtf, disponibili per alcune di queste opere, possono essere scaricati e convertiti in ebook nel formato fluido epub (capace di adattarsi alle dimensione di qualsiasi schermo) utilizzando il software open Calibre.

Le opere della biblioteca DigitaMI sono ospitate, e quindi ricercabili, anche in tutti i portali MLOL dei sistemi aderenti che hanno scelto di includerle nelle loro raccolte digitali per il loro valore storico e di testimonianza del passato.