Elio Petri fa parte di quella generazione di registi italiani che tra gli anni sessanta e settanta rielaborarono il patrimonio del neorealismo, la base teorica e stilistica di un modo di fare cinema che in quegli anni intraprendeva nuove direzioni. Scriveva Petri già nel 1957:
Il Neorealismo, se non è inteso come vasta esigenza di ricerca e di indagine, ma come vera e propria tendenza poetica, non ci interessa più […] Occorre fare i conti con i miti moderni, con le incoerenze, con la corruzione, con gli esempi splendidi di eroismi inutili, con i sussulti della morale: occorre sapere e potere rappresentare tutto ciò.
Petri è considerato uno degli eredi diretti di quella corrente: prima che regista, infatti, fu critico cinematografico per l’Unità, dal 1949, e imparò il mestiere da Giuseppe De Santis, uno dei più importanti esponenti del cinema neorealista, con il quale collaborò alla sceneggiatura di vari film tra cui Roma ore 11 e Un marito per Anna Zaccheo. Dopo dieci anni di attività come sceneggiatore, girò il suo primo lungometraggio nel 1961 : L’assassino (protagonista è Marcello Mastroianni, del quale era diventato amico durante le riprese di Giorni d’amore di De Santis) è un thriller in cui lo stile di Petri si può già definire come un “neorealismo esistenziale”, in cui grande spazio hanno la sottile analisi psicologica dei personaggi, e in cui il grottesco è categoria fondamentale per descrivere i rapporti sociali, le aberrazioni del potere, l’alienazione dell’uomo nella società dei consumi.
Seconda opera di Petri è I giorni contati, del 1962, che fa parte della collezione Open di MLOL e che potete guardare in streaming dal vostro computer.
E’ un film intimista, in cui la dimensione politica della vicenda è filtrata dalla visione soggettiva del protagonista, ed è considerata l’opera della prima fase in cui il regista trova una sua misura stilistica ed espressiva. La prima sequenza del film anticipa tutto lo sviluppo successivo: il protagonista, Cesare, uno “stagnaro” romano in là con gli anni, assiste alla morte improvvisa, sull’autobus, di un suo coetaneo. Questo evento scatena in lui una crisi esistenziale, che lo porta a convincersi di avere i giorni contati: per questo si decide a lasciare il lavoro di idraulico per cercare di godersi gli ultimi momenti che gli restano da vivere, concedendosi quelle piccole esperienze che si era sempre negato, come un bagno al mare o una mostra d’arte, oppure andando alla ricerca di vecchi amori perduti, del luogo natìo. Le delusioni però non tardano ad arrivare, e uscire dall’alienazione appare infine come un’aspirazione impossibile. La macchina da presa segue il protagonista da vicino, nella sua quotidianità, con piani sequenza che riprendono i gesti in tempo reale: ecco come Petri fa propria la lezione della nouvelle vague di Godard, adattando quello stile di ripresa e di montaggio alla propria poetica di derivazione neorealista. Il film ha elementi fortemente autobiografici e anche per questo è uno dei film più personali di Petri, infatti la figura dello stagnaro ricorda da vicino quella di suo padre, che a 50 anni aveva abbandonato il lavoro; a vestire i panni del protagonista è Salvo Randone, bravissimo attore teatrale che il regista volle fortemente nel film, e da segnalare infine è la collaborazione alla sceneggiatura di Carlo Romano e Tonino Guerra.
Sempre del primo periodo fa parte il film La decima vittima, del 1965, anche questo disponibile in streaming su MLOL e proveniente dalla piattaforma Rai Cinema.it
Nella società del futuro, la violenza e l’aggressività vengono tenute sotto controllo allestendo una caccia all’uomo su scala mondiale, in cui carnefici e vittime vengono selezionati e accoppiati da un computer, e che viene ripresa e trasmessa in diretta tv. Tratto da un racconto di fantascienza di Robert Sheckley (La settima vittima, edito in Italia da Einaudi nell’antologia Le meraviglie del possibile) è un film che irride il genere fantascientifico permeandolo di satira ed elementi tipici della commedia all’italiana, per mettere sotto accusa l’invadenza dei mass media che riducono l’uomo a merce di consumo, l’arrivismo sociale, i costumi della classe borghese. Protagonisti sono Marcello Mastroianni, indolente romano e vittima predestinata, e Ursula Andress nel ruolo della spietata carnefice, già vincitrice nove volte e giunta alla sua decima e ultima caccia, che potrebbe portarla a conquistare l’ambitissimo titolo di Campione Decathon. Il film non è sicuramente il migliore di Petri, e sconta il fatto di aver tradito il racconto originale con un lieto fine posticcio che fu imposto al regista dal produttore Carlo Ponti; la critica tuttavia ne riconosce il giusto valore nel contesto di quel periodo, la ricchezza di spunti satirici non banali per l’epoca (collaborarono alla scenggiatura anche Tonino Guerra ed Ennio Flaiano) e l’originalità di ambientazioni e suggestioni visive tra pop-art, op-art, arte concettuale, che sono state d’ispirazione anche per film più recenti (per esempio Austin Powers).
La carriera di Petri proseguì, arrivando all’apice espressivo e stilistico negli anni settanta del secolo scorso, e sono molti i titoli che vanno menzionati e che fanno ormai parte a pieno titolo della storia del cinema italiano. Nel 1967 esce A ciascuno il suo, con Gian Maria Volontè, tratto dal romanzo di Sciascia, e segna l’inizio della fase del cinema politico o dell’impegno civile di Petri, che troverà massima espressione nelle tre opere fondamentali del regista – la cosiddetta trilogia della nevrosi: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, del 1970, con Mastroianni e Florinda Bolkan, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero (nevrosi del potere); La classe operaia va in Paradiso, di nuovo con Gian Maria Volontè protagonista, che vinse la palma d’oro a Cannes nel 1972 (nevrosi del lavoro); La proprietà non è più un furto del 1973, film grottesco con Flavio Bucci e Ugo Tognazzi – e con un cameo di Salvo Randone (nevrosi del denaro). Questi titoli non sono presenti su MLOL, ma se questo post vi ha incuriosito sull’opera di Petri potete richiederli in dvd presso il vostro sistema bibliotecario di riferimento. Buona visione!