La mala ordina… MLOL risponde

All’inizio degli anni ’70 si sviluppò in Italia un genere cinematografico che prendeva le mosse dal noir e dal poliziesco, e che riadattava al racconto dei fatti di cronaca nera dell’epoca elementi tipici del cinema spaghetti western: parliamo del poliziesco all’italiana o poliziottesco, come lo ribattezzò la critica del tempo. Protagonisti di questi film infatti, ambientati nelle grandi città italiane in preda a lotte tra bande criminali, corruzione e malavita – Milano, Roma, Napoli – sono poliziotti, spesso di indole anarcoide, che cercano di riportare giustizia con metodi poco ortodossi, a volte abbassandosi alle logiche criminali per prevalere sui banditi a cui danno la caccia. A differenza del noir classico, dove le indagini portano alla soluzione del caso e al trionfare della giustizia, qui non c’è la distinzione netta tra buoni e cattivi, la violenza esplode feroce – con sequenze che rimandano al cinema splatter e horror- l’azione è incalzante e sottolineata fortemente dalla musica che diventa parte integrante della narrazione, la caratterizzazione dei personaggi è estrema e a tratti grottesca (diventando esplicitamente comica in tutto un sottofilone più tardo del genere, che finì con lo sfociare in una parodia di se stesso), il finale non è consolatorio.

Questo genere venne considerato per anni cinema di serie B e connotato negativamente dalla maggior parte della critica, che tacciava questi film di qualunquismo reazionario e scarso impegno, o addirittura di apologia della violenza. Tuttavia nei primi anni duemila si iniziò a rivalutarne l’importanza, grazie anche all’interesse manifestato da grandi registi stranieri come Quentin Tarantino, che nel suo cinema si è largamente ispirato ai nostri “b-movie” di quel periodo, e a riviste come Nocturno che restituirono al poliziesco all’italiana il giusto valore e piena dignità nella storia del nostro cinema.

La filmografia che si può ricondurre al poliziottesco è davvero ricca di titoli, così come numerosi sono i registi che nella loro produzione si dedicarono anche o principalmente a questo genere; tra i precursori e ispiratori vanno menzionati Carlo Lizzani con i film di taglio documentaristico Svegliati e uccidi e Banditi a Milano, girati alla fine degli anni ’60, e il grande Fernando Di Leo, che nel 1969 diresse I ragazzi del massacro, tratto da un romanzo di Scerbanenco e considerato uno dei più importanti film noir italiani. Subito dopo, tra il ’72 e il ’73 Di Leo girò La trilogia del Milieu: Milano calibro 9, ispirato a un’antologia di racconti sempre di Scerbanenco, La mala ordina, anch’esso ambientato a Milano, e Il boss, che racconta invece il mondo della mafia palermitana.

Siamo già pienamente dentro a quello che diventerà uno dei filoni più interessanti del cinema anni ‘70, e che proseguirà con la produzione di innumerevoli pellicole più o meno riuscite. Tra queste, val la pena menzionare La polizia ringrazia di Steno (1971), La polizia incrimina la legge assolve e Il cittadino si ribella di Enzo Castellari, uno dei maestri indiscussi del genere (una curiosità: Castellari ha interpretato un cameo nel film Inglorious Basterds di Tarantino, che ha voluto omaggiarlo anche nel titolo, ripreso da quello di un film di guerra del regista italiano). Inoltre, di Umberto Lenzi, il noir Milano odia: la polizia non può sparare, con protagonista Tomas Milian nelle vesti di un feroce delinquente, Roma a mano armata e Il trucido e lo sbirro, primo dei film in cui Milian veste i panni del coatto “Er Monnezza”. Da ricordare anche Mario Caiano, che iniziò la propria carriera come aiuto regista e poi regista di film spaghetti western per approdare poi al poliziottesco con film come Milano violenta e Napoli spara!. Da citare infine Poliziotto sprint, Poliziotto senza paura, e il trittico sul giovane commissario Mark Terzi tra i film girati da Stelvio Massi, uno dei registi più prolifici e rappresentativi del poliziesco all’italiana.

La collezione Video Open di MLOL comprende quattro di questi titoli, che potrete guardare in streaming direttamente dal vostro pc. Il nostro suggerimento, se siete già tornati dalle ferie o se siete rimasti a casa, è di approfittare dei lunghi e caldi pomeriggi d’agosto per guardare per la prima volta o per rivedere alcune di queste piccole perle del cinema nostrano: se vi appassionerete al genere, c’è una filmografia davvero vasta da esplorare!

Vi consigliamo di partire dal film La mala ordina di Fernando Di Leo (1972), il secondo titolo della Trilogia del Milieu, capolavoro indiscusso del poliziesco all’italiana (Mereghetti : “forse il miglior noir italiano del decennio”).

La trama è ripresa dal racconto di Scerbanenco Milano calibro 9 (che dà invece il titolo al primo film della trilogia): protagonista è Luca Canali, un piccolo magnaccia, che viene ingiustamente accusato di aver rubato un grosso carico di eroina a un potente boss della mala americana. Il boss manda a Milano due killer per stanarlo: sono David Catania e Frank Webster, un bianco e un nero, personaggi che sono stati il modello su cui Tarantino ha plasmato la coppia Vincent Vega – Jules Winnfield di Pulp fiction. Dopo l’omicidio della moglie e della figlia di Canali da parte dei due mafiosi americani, la vendetta dell’uomo si abbatte terribile e disperata su tutti i membri della gang e su chi aveva tentato di incastrarlo usandolo come capro espiatorio. Memorabile e da antologia è la sequenza dell’inseguimento di Canali al furgoncino del killer, nella zona dei navigli di Milano.

Potete proseguire con Tony Arzenta- Big Guns di Duccio Tessari (1973).

Tessari è considerato uno dei padri del western all’italiana e questo è l’unico film del regista ascrivibile al genere poliziottesco, fortemente influenzato anche dal cinema noir francese, il cosiddetto polar. Protagonista infatti è l’attore francese Alain Delon nei panni di Tony Arzenta, killer che decide di ritirarsi dall’organizzazione criminale per cui lavora per dedicarsi alla propria famiglia; i capi decidono di eliminarlo in quanto testimone scomodo, ma nell’attentato alla sua auto muoiono invece la moglie e il figlio, e questo innescherà la feroce vendetta di Tony, in una spirale implacabile di tradimento e violenza.

Il terzo titolo disponibile su MLOL è … A tutte le auto della polizia di Mario Caiano (1975). La trama prende le mosse dalla scomparsa della figlia sedicenne dello stimato chiururgo romano Andrea Icardi: le indagini vengono affidate alla squadra del commissario Carraro (Enzo Maria Salerno), e porteranno alla luce un giro squallido di prostituzione minorile di ragazze di buona famiglia che coinvolge diversi personaggi potenti e in vista della Roma “bene”. Non è il film più rappresentativo del regista, ma costituisce un buon esempio di mescolanza tra elementi del giallo classico e del poliziottesco.

Infine, Poliziotto sprint di Stelvio Massi, del 1977: pura adrenalina e azione in una pellicola in cui gli scontri tra polizia e malviventi sono a colpi di acceleratore. Inseguimenti mozzafiato per le strade di Roma tra Marco Palma, agente con il mito delle auto e della velocità e la banda di rapinatori del Nizzardo, anch’egli abilissmo pilota e che grazie a questa sua dote riesce sempre a farla franca. L’episodio dell’inseguimento lungo le scale di Trinità dei Monti pare sia ispirato ad un fatto di cronaca che vide protagonista il brigadiere Armando Spatafora, unico poliziotto italiano cui venne affidata una Ferrari 250 GTE (la stessa che vediamo nel film), e due malviventi romani. Poco apprezzato dalla critica ma amatissimo dal pubblico, questo film non è mai uscito in dvd: motivo in più per gustarvelo su MLOL!