In ricordo di Oliver Sacks

Il neurologo Oliver Sacks, appena scomparso, è diventato noto al grande pubblico negli
anni ‘90, in seguito all’uscita di un film di successo diretto da Penny Marshall e interpretato da
Robin Williams e Robert De Niro. Il film, intitolato Risvegli, è tratto da uno dei libri di Sacks e parla degli effetti della sperimentazione di un farmaco su una comunità di pazienti colpiti molti anni prima da encefalite letargica. I malati, in gravissimo stato catatonico, si “risvegliano” e tornano allo stato cosciente per un breve periodo di tempo ritrovando lucidità e capacità motorie. Purtroppo, però, l’effetto del farmaco si rivela essere solo temporaneo e tutti i pazienti tornano gradualmente al loro stato di torpore.

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Il saggio da cui è tratta la pellicola fu pubblicato da Sacks nel 1973. La traduzione italiana risale al 1987 e, come tutte le opere di Oliver Sacks, è stata pubblicata da Adelphi. Su MediaLibrary ne potete scaricare l’ebook e tenerlo in prestito per 14 giorni.

Lo stile di Sacks è affascinante perché riesce a coniugare accuratezza scientifica e narrazione letteraria e colpisce per la forte empatia emotiva che riesce a trasmettere. Sacks si sforza di farci capire in che modo e in quale misura un danno neuronale può modificare la percezione della realtà. In alcuni casi si creano situazioni surreali, come per esempio nel famoso racconto L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello: il protagonista, in seguito a una lesione cerebrale, comincia a manifestare una progressiva incapacità di dare un significato a ciò che vede, confondendo tra di loro oggetti e persone appartenenti alla sua vita quotidiana. Il titolo deriva proprio da una delle gaffe di questo paziente, che alla fine di un colloquio con il dottor Sacks confonde la testa della moglie con il suo cappello e l’afferra in malo modo tentando di mettersela in testa.

Sacks tenta di farci entrare nel mondo delle disfunzioni neuronali descrivendo soprattutto il punto di vista del malato, che si ritrova a esplorare un mondo completamente modificato, così distante da ciò a cui siamo abituati da sembrare un altro pianeta. Eppure il cervello, così come può improvvisamente perdere parte delle sue facoltà, può anche generarne di nuove. Talvolta le malattie, pur distruggendo particolari schemi e modi di fare le cose, possono stimolare il sistema nervoso ad aprire nuove strade e ad escogitare nuove strategie di adattamento, con risultati sorprendenti. In Musicofilia, ad esempio, Sacks narra di un incontro organizzato da un batterista con una trentina di persone affette da tic motori gravi. Quando il batterista inizia a suonare, il gruppo come per incanto lo segue con i tamburi, fondendosi in una perfetta sincronia ritmica.

Sacks parla anche molto di sé: nel libro L’occhio della mente, ad esempio, fa cenno
alla prosopagnosia (incapacità di riconoscere i volti) da cui era affetto. Nel libro Su una gamba
sola, invece, racconta di quando, in seguito a un incidente in montagna, si ritrova in un letto con una gamba che sembra non appartenergli più. All’inizio pensa che il suo caso sia semplice e banale, poi si trova sprofondato in un “abisso di effetti bizzarri e anche terrificanti”.

Segnaliamo infine il saggio Vedere voci, nel quale Oliver Sacks abbandona il terreno dei disturbi neurologici per indagare un altro mondo, quello dei sordi. Qui, come in altri casi di disfunzione, Sacks ci rivela che il meno può anche nascondere un più: per esempio, una capacità acutissima di sviluppare l’esperienza visiva.

Nella prefazione al saggio Un antropologo su Marte Sacks scrive:

Per me, come medico, la ricchezza della natura deve essere studiata nelle infinite forme di adattamento individuale attraverso cui gli organismi umani – le persone – adattano e ricostruiscono se stessi quando vengono posti di fronte alle sfide e alle vicissitudini della vita.
Difetti, disturbi e malattie possono, in questo senso, avere un ruolo di paradosso, portando alla luce risorse, sviluppi, evoluzioni e forme di vita latenti che, in loro assenza, potrebbero non essere mai osservati e nemmeno immaginati.

È proprio il paradosso della malattia, questo suo potenziale “creativo”, che costituisce il tema
centrale di tutta l’opera divulgativa di Sacks.

Vi lasciamo con il podcast della New York Public Library In Memoriam: Oliver Sacks on Hallucinations, un’occasione per ascoltare la voce di Sacks e ricordarlo anche nel suo rapporto con le biblioteche:

When I grew up in London, libraries were my home and my education. I was rather bad at school. I—I’m not good at being taught. I need to feel out information and knowledge and understanding in my own way, and libraries were crucial to me, and books allowed a communion with the dead and with everyone, and, in particular, everything I’ve written, if it has stemmed partly from clinical experience or personal experience, has stemmed equally from books and often old books.