Janis Joplin: forza e fragilità di una voce indimenticabile

Presentato fuori concorso alla Mostra d’Arte Internazionale del Cinema di Venezia del 2015 – e nelle sale da ottobre – il documentario Janis: little girl blue, della regista americana Amy J. Berg, offre un ritratto inedito e intimo di Janis Joplin, rivelando tutta la complessa fragilità di una delle icone della storia del rock.

Realizzato grazie allo studio di materiale inedito e della corrispondenza personale, alle interviste ai suoi familiari o ai colleghi musicisti, il film ci aiuta a comprendere meglio la ragazza che si nascondeva dietro al personaggio pubblico, svelandoci l’impatto negativo che gli ambienti e le persone con cui era cresciuta ebbero su di lei e sulla sua personalità. Se sul palco e dinanzi alla macchina fotografica Janis dava l’idea di essere forte e spensierata, grazie al documentario scopriamo le sue insicurezze, i traumi subiti, i tormenti, l’estrema vulnerabilità di una ragazza che entrava e usciva dalla dipendenza,  ma che seppe trasformare in arte il suo dolore e le sue emozioni. 

Nata negli anni ’40 in un Texas ottuso, razzista e sessista, dopo aver cercato di adeguarsi per tutta la sua infanzia alla rigida educazione e all’ambiente conservatore della sua città natale, al liceo, vittima di bullismo, iniziò a mostrare segni di insofferenza  e un forte bisogno di indipendenza. Isolata in qualsiasi ambiente si trovasse, trovò sollievo nella pittura, nella lettura degli scrittori della Beat Generation, ma soprattutto cominciò a scoprire ed amare il Blues.  Prese coraggio e si esibì come cantante in alcuni locali, ispirandosi a grandi del Blues come Bessie Smith e Big Mama Thornton e sviluppando uno stile personale grintoso, caratterizzato da una voce roca e ruvida, ma dinamica, capace di passare in un attimo dal sussurro alle note più alte.

Trasferitasi a Austin per frequentare l’università, la abbandonò nel giro di pochi mesi e, dopo aver viaggiato per il paese, nel 1966 giunse a San Francisco, culla della nuova cultura alternativa, rifugio per gli intellettuali creativi, attivisti politici radicali e bohémien.

Qui Janis divenne la cantante dei Big Brother and the Holding Company, dando nuova vita alla band. Quando si esibirono al Monterey Pop Festival nel giugno 1967, Joplin rubò letteralmente la scena e in seguito la band ottenne un nuovo contratto con la Columbia. Il loro album Cheap Thrills, uscito nel luglio 1968, rimase primo in classifica per ben otto settimane ed anche il singolo Piece of My Heart ottenne un grande successo.

 

Alla fine dello stesso anno Janis però lasciò la band per intraprendere una carriera da solista, accompagnata in un primo periodo dalla Kozmic Blues Band, con lei sul palco di Woodstock, e in seguito dalla Full Tilt Boogie Band. Nel 1970 iniziò a lavorare a quello che sarebbe stato il suo ultimo album: Pearl.

Pearl era il soprannome di Janis, ma era anche l’alter ego che si era costruita nel probabile tentativo di separare il personaggio pubblico trasgressivo, che ostentava eccessi e forza, dalla persona fragile e sofferente del privatoL’album, rimasto incompleto in seguito alla sua morte improvvisa e considerato una pietra miliare nella storia del rock, venne pubblicato postumo: in alcuni casi le basi strumentali vennero aggiunte alle tracce vocali già registrate, in altri – come nel caso del rock acido di Buried alive in the Blues – compare la sola traccia musicale, mentre di Mercedez Benz fu inserita un’esecuzione a cappella, una demo di qualche sera prima, che cattura e “paralizza” chi ascolta per la sua intensità  nonostante il testo giocoso.

More Over è la canzone che apre l’album, dedicata a un uomo che non si accontentava di quello che Janis poteva dargli e pretendeva di essere amato per sempre: Either take the love I offer/or let me be. Il ritmo è sostenuto, la batteria detta il passo, il basso serve da trampolino ma la musica, al contrario di quanto avveniva con la Kozmic, non si mette mai in competizione con il cantato.

Segue Cry Baby che è la canzone più famosa del suo repertorio. Piano e batteria fanno spazio alla voce di Janis che ha tutta l’energia e la fisicità di Rock e Blues ma anche la sacralità del Gospel. L’uomo che l’aveva lasciata per un’altra donna dopo esser stato lasciato a sua volta, torna da lei, che lo accoglie, lo rassicura, lo consola e il cerchio si chiude: Honey, your heartache, too?/And if you need me, you know/That I’ll always be around if you ever want me/Come on and cry, cry baby, cry baby, cry baby.

A Woman Left Only è una ballata in cui si fondono soul, blues e rock dando voce alla solitudine disperata di una donna abbandonata mentre Half Moon è un classico blues-rock sostenuto dalle percussioni e con un ottimo ritornello scandito dal piano: Hey, you fill me like the mountains/You fill me like the sea, Lord. My Baby è una splendida melodia che sconfina nel gospel, in cui la voce struggente di Janis canta, non l’amore perduto o rincorso, ma la felicità dell’amore da vivere: And when they tell me love is pain/I said it might be true for you, honey, But not for Janis, no more.

Con la rivisitazione della ballata acustica Me e Bobby McGee, Janis sembra riappropriarsi della tradizione country e delle sue radici texane ma conferisce alla canzone un grande pathos, cantando la libertà perduta nella ricerca del successo e il rimpianto per il passato: Freedom is just another word for nothing left to lose… /… I’ll trade all my tomorrow for a single yesterday.  Segue Trust me, una canzone che è elogio dell’attesa che vale un amore speciale, in cui Janis è tenera e dolcissima. L’album Pearl si chiude con Get it while you can, un invito a non sprecare le occasioni perché la vita è troppo breve – cause we may not be here tomorrow – una canzone profetica, in cui la band all’unisono sostiene e porta in alto la splendida voce di Janis.

Janis Joplin non fu solo una grande rocker ma anche una donna che in un contesto difficile e chiuso seppe rompere gli schemi, e nonostante la sua vulnerabilità dimostrò alle donne dell’epoca che lottando e credendoci avrebbero potuto eccellere in quello che amavano. 

janis

Se volete scoprirla o riascoltarla in MLOL, nella sezione Mp3 Download è possibile scaricare le tracce di Pearl (nell’edizione originale del 1971 e in quella del 2012 che raccoglie diverse esecuzioni delle canzoni dell’album), l’album Cheap Thrills registrato con i Big Brothers, oltre ad altre compilation della grande artista come Janis Joplin – The Woodstock experience  che contiene le 10 canzoni della leggendaria performance dell’Agosto del 1969, oltre alla versione rimasterizzata di  I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama!.