The best way to say anything is just to say it.
John Ray Cash, conosciuto in tutto il mondo come Johnny Cash, è uno dei cantautori statunitensi più amati della seconda metà del ventesimo secolo: spaziando dal gospel al country, dal talking blues al rock, rappresenta l’evoluzione stessa della musica folk di quel paese e testimonia dell’enorme ruolo che vi ha giocato la black music.
Nato da una famiglia di origini scozzesi insediatasi in America fra le prime ondate di immigrazione dal vecchio continente, Cash portò con sè le proprie radici di figlio di coltivatori di cotone del Sud per tutta la vita. Fattosi strada nel mondo povero degli anni Trenta e Quaranta, aviatore per l’esercito USA subito dopo la guerra, riuscì ad approdare alla leggendaria etichetta discografica di Memphis Sun Records nel momento in cui apparivano sulla scena artisti come Elvis Presley, Carl Perkins, Roy Orbison e Jerry Lee Lewis.
Da allora, la sua vita è stata un susseguirsi di tour, dai locali country dei paesi del Sud degli Stati Uniti ai teatri di tutto il mondo, accompagnati – come si conviene alla tradizione del rock’n’roll – da problemi di dipendenza da droghe ma anche da due matrimoni (il secondo, definitivo, con la cantante June Carter), molti figli, e onorificenze di vario tipo. Secondo il suo sito ufficiale, resta uno dei pochi cantanti ad avere venduto più di novanta milioni di dischi.
Nonostante la fama e la ricchezza raggiunte, ha cantato fino alla fine il mondo dei lavoratori della campagna, degli emarginati e degli esclusi, e di una fede cristiana autentica e popolare ereditata dai luoghi in cui era cresciuto. Resta famoso il suo concerto del 1968 all’interno di un carcere, durante il quale fu registrato l’album At Folsom Prison, probabilmente il primo caso della storia in cui un cantante scelse dei detenuti come pubblico privilegiato, contro il parere stesso della sua casa discografica. Nella seconda delle autobiografie che scrisse si legge che il suo soprannome “The Man in Black”, dovuto principalmente all’abitudine di apparire in pubblico e sul palco vestito di nero, rimanda in realtà al ricordo sempre presente di un mondo tutt’altro che perfetto e dell’uomo della strada che lo popola con i suoi troppi bisogni insoddisfatti.
Cash fu anche, oltre che scrittore, attore (eccolo ad esempio in Five Minutes To Live, integralmente visibile online in lingua originale), ma certamente verrà ricordato per le sue canzoni, in gran parte presenti per il download gratuito su MediaLibrary, nella sezione MP3 download (per avviare la ricerca occorre essere loggati). Se invece preferite ascoltare la musica in streaming, cercatelo fra gli autori presenti nell’enorme collezione Audio streaming, selezionando nella barra di ricerca in alto la relativa Tipologia e usando il suo nome come chiave di ricerca.
Bellissime e celebri anche le cover che Cash incise negli ultimi anni della sua vita, rendendo omaggio ma al tempo stesso facendo del tutto sue canzoni già rese celebri da nomi quali Bruce Springsteen (eccolo ad esempio in Highway Patrol Man), i Depeche Mode (Personal Jesus) e Trent Reznor dei Nine Inch Nails (nella meravigliosa versione di Hurt che gli ha dedicato).
Le cover, naturalmente, furono ricambiate: ecco ad esempio il tributo di Springsteen a Cash, con la celebre I walk the line, in una versione più lenta e triste dell’originale registrata dal vivo nel 2003, anno della morte di Cash.