Etty Hillesum, nel giorno della memoria

Quello che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce a mantenere intatto un pezzo della propria anima.

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Non è facile descrivere in poche righe la profondità del percorso che Etty Hillesum racconta nel suo Diario (Adelphi). E può sembrare strano, forse inappropriato, trovare un’intima, preziosa bellezza nelle sue parole, poiché queste si riferiscono a una tragedia storica di portata immensa, l’annientamento di un popolo per volere di altri uomini e al contempo la distruzione di ogni aspetto di umanità che un uomo può infliggere a un suo simile.

Etty Hillesum non ha neanche trent’anni quando tutto questo accade: è una ragazza brillante, intelligente, colta, che studia russo e legge Rilke, ed è anche piena di vita, di passioni, profondamente libera. Nel suo Diario, gli avvenimenti terribili di quegli anni si insinuano nel racconto quotidiano delle sue giornate, fino a diventarne l’unico tema.

La descrizione di ciò che accade, di ciò che si sente dire, delle paure, dei segnali della tragedia incombente, lentamente lascia il posto nel diario al racconto della sua trasformazione interiore, come unico modo per resistere a quegli avvenimenti.
Sente infatti l’ineluttabilità di ciò che sta accadendo e sa che non vi si può sfuggire con miseri, ma umanissimi sotterfugi (farsi assumere in lavori o enti che possono dare posizioni di privilegio, per esempio); perché quello che sta succedendo, il male che un uomo può fare a un altro uomo, è qualcosa di intrinsecamente umano e non soltanto una circostanza storica. Sceglie quindi di confrontarsi con questo dolore, senza rifugiarsi in sentimenti di odio, di vendetta, di rivolta, pur umanissimi anche questi.

La sua resistenza è puramente interiore, e nasce dalla consapevolezza che la possibilità di trasformazione del mondo è intimamente legata alla disponibilità a trasformare se stessi.

Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo

Un video, disponibile nella sezione Open di MLOL, prodotto da Rai Scuola, presenta un ritratto molto intenso e delicato di Etty Hillesum, accompagnandoci nel suo percorso intellettuale e spirituale attraverso molte immagini di repertorio e la lettura di brani o adattamenti del suo Diario da parte dell’attrice Elisabetta Pozzi e dell’attore e regista Pippo Delbono, con il commento dello scrittore Erri De Luca.

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È una visione che ci lascia col cuore dolente, ma che avvicina al pensiero di Etty Hillesum e alla lettura del Diario. Un testo, ricordiamo ancora, che non si limita alla testimonianza di una tragedia storica, ma che pone un tema universale: la solitudine dell’uomo davanti al dolore, e la ricerca, tutta interiore, profondamente intima, di una possibilità di comprenderlo e accettarlo.

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Oltre al già citato Diario, di Etty Hillesum si conservano anche numerose Lettere, in una raccolta edita in Italia da Adelphi.  Ma esiste un’altra piccola, preziosa pubblicazione, Due lettere da Westerbork (Castelvecchi): solo due lettere, fra le più intense e dolenti che Etty scrisse. Pur nella descrizione di strazianti momenti della vita nel campo (i bambini, gli anziani), quando tutto era ormai diventato chiaro e le giornate erano scandite soltanto dalla dolorosa attesa del prossimo treno, ancora una volta è possibile ritrovare nelle sue parole una profonda riflessione di pace, amore e libertà interiore.

Tutti gli ebook di Etty Hillesum sono disponibili in download per un prestito di 14 giorni nel vostro portale MLOL; se non fossero presenti potete suggerirne l’acquisto al vostro sistema bibliotecario. Ricordate inoltre che per chi non disponesse del servizio di MLOL o volesse leggere più ebook al mese esiste il servizio freemium MLOL Plus.