All’incirca a metà della stagione sciistica, purtroppo caratterizzata da un inverno così caldo che ha lasciato spesso le piste prive di neve, vi proponiamo un percorso fra racconti, romanzi, biografie e saggi per capire e amare la montagna.
Cominciamo con uno dei più bei racconti di Erri De Luca, Il peso della farfalla, che narra della vita parallela di due grandi solitari: il re dei camosci e il re dei bracconieri. Entrambi sono raccontati nel tramonto della loro esistenza. I loro muscoli sono ancora vigorosi, la loro conoscenza del territorio strepitosa e intatta, la loro esperienza sconfinata, il loro orgoglio inalterato e incorrotto, ma entrambi hanno il sentore dell’avvicinarsi del traguardo finale, della necessità di cedere dignitosamente il passo. Da circa vent’anni i due “re” si cercano o si evitano. Si confrontano a distanza, consapevoli che sarebbe arrivato il momento dell’incontro ravvicinato. Il duello infinito dei due solitari della montagna
Il rapporto di de Luca con la montagna ha radici nella sua passione di arrampicatore. Di questa troviamo traccia in moltissime sue opere, fra cui anche alcune pagine del recentissimo Il più e il meno.
E qui potete godervi un brano letto dallo stesso autore:
Senz’ombra di dubbio, però, la più famosa opera di De Luca sulla montagna è Sulla traccia di Nives, scritto dopo un paio di viaggi al seguito di Nives Meroi e Romano Benet in Himalaya. Racconta lo stesso De Luca che:
Nives Meroi è un’alpinista delle montagne massime, di Himalaya e Karakorum. Insieme con suo marito Romano Benet forma la più rara e robusta coppia di tutti i tempi in alta quota. Salgono senza bombole di ossigeno, nemmeno di scorta, fino all’ultimo metro che coincide col cielo. Si caricano tutto il peso dell’attrezzatura, dalla tenda al fornello, fino all’ultima notte prima della cima. Intendono scalare con le loro sole forze, per leale confronto con la montagna. I loro traguardi di coppia in alta quota non hanno precedenti. Sono stato con Romano e Nives un paio di volte, allungando i miei passi dietro i loro. Notti, tende, bivacchi: qui sono raccolte le mie conversazioni con Nives, di quelle che si svolgono in posti scomodi e in orari insonni.
Tra gli amici e corrispondenti epistolari di De Luca, vi è il coetaneo Mauro Corona, anch’egli scrittore e arrampicatore, oltre che scultore. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti Corona ci porta a contatto con un mondo quasi del tutto scomparso: quello della vita e delle tradizioni nei paesi della Valle del Vajont, che subì violenti sconvolgimenti a seguito della tragedia. Personaggi ed echi del passato riaffiorano tra le righe di Corona, che affronta con uno sguardo appassionato e un po’ malinconico tematiche come il rapporto dell’uomo con la natura, con le proprie radici e con l’incombente progresso economico e tecnologico.
Fra le opere di Corona, ci preme segnalarvi Le storie del bosco antico, I misteri della montagna, Vajont: quelli del dopo.
Dalla montagna gli uomini sono sempre stati attratti, e ne troviamo testimonianza in moltissime e varie opere di scalatori e arrampicatori, ma anche, per esempio, fra le pagine di alcuni romanzi come La collina del vento di Carmine Abate, Fuoco sulla montagna di Anita Desai, Patagonia express di Luis Sepúlveda.
Ma la montagna non è solo un luogo fisico. E’ un luogo dell’anima, una passione, uno sguardo alla natura, una tensione verso l’altro e l’Alto, così come ci testimonia il libro Come le montagne conquistarono gli uomini : storia di una passione di Robert Macfarlane, in cui l’autore traccia un percorso filologico, nel quale illustra come gli uomini siano stati attratti dalle montagne in questi ultimi tre secoli, in una sorta di addomesticamento, che era stato inimmaginabile per millenni. Dalle intuizioni di de Saussure, alla follia di Mallory, passando per Ruskin, Turner, Wegener, Ball, Burnett, Byron, Baedeker, Shelley, Younghusband, Mummery e tantissimi altri, attraverso una serie di capitoli che vanno dalla scoperta della roccia, la ricerca della paura, come limite proprio da superare, l’incanto dei ghiacciai, la meraviglia dell’altitudine e del panorama dalla vetta, la necessitá di scoprire nuovi luoghi sconosciuti, infine l’epopea dell’Everest.
Questo libro non è ancora disponibile in versione ebook per il prestito digitale, mentre è presente su MLOL un altro titolo molto interessante dello stesso autore, Le antiche vie (un percorso sui sentieri dimenticati che i nostri antenati percorrevano a piedi tra Inghilterra, Scozia, Palestina, Spagna e Tibet, in cui memoria, passione e racconto si intrecciano meravigliosamente), così come tutti gli altri libri citati in questo post; se l’argomento vi appassiona, nel post Testimoniare l’invisibile di qualche tempo fa troverete altri consigli di lettura sui racconti di montagna. Buona lettura!
Articolo ripreso e modificato dal blog del Sistema Bibliotecario Milano