Io sono vivo, voi siete morti: il Philip Dick di Emmanuel Carrère

vivantChi non è più giovane e si è appassionato a Philip Dick quando, negli anni ‘80, uscì Blade Runner (il primo di una lunga serie di adattamenti cinematografici delle sue opere); chi lo ha scoperto successivamente, ormai entrato a pieno titolo nel canone degli scrittori di fantascienza che hanno traghettato questo genere nella letteratura, spogliandolo di quell’aura di “minorità” che aveva avuto nei suoi primi decenni di vita; chi lo conosce solo attraverso il volto di Arnold Schwarzenegger, protagonista di Atto di forza, o attraverso quello di Tom Cruise nel successivo Minority Report di Spielberg: sono comunque poche le persone che non hanno mai incontrato la fervida immaginazione di Philip K. Dick.

Su di lui grava la fama di scrittore geniale e maledetto, tanto prolifico quanto stilisticamente variabile, che è riuscito a descrivere quasi ogni genere di distopia immaginabile da un uomo della seconda metà del novecento senza quasi mai affidarsi esclusivamente alle armi tipiche del suo genere (astronavi, sbarchi alieni e tecnologie futuribili). Lo scrittore i cui romanzi sono diventati sempre più intricati e densi di riferimenti alle religioni antiche e alle dottrine teologiche, tanto da rendere le sue ultime opere (la Trilogia di Valis, in primis) quasi inabbordabili da parte del semplice appassionato di fantascienza.

Se resta vero che l’opera di uno scrittore mantiene un valore in sé che va oltre alla storia umana della persona, mai come in questo caso la biografia di Dick aiuta a districarsi nella sua complessa produzione letteraria. Ma non solo: quella di Dick sembra quasi rappresentare, in una singola vita, i diversi percorsi dei molti americani che negli anni ‘60 vissero la rivoluzione sociale in atto attraverso l’arte, le droghe, la mistica delle religioni esoteriche, con la relativa parabola di sofferenza e tragedia che portò molti di loro a una morte prematura. Dick morì infatti a 53 anni, appena in tempo per visitare il set di Blade Runner, film che non riuscì a vedere completato.

Ucciso da un ictus, dopo decenni tormentati da abuso di farmaci e ideazioni paranoidi, che costituiscono una delle chiavi di accesso alla sua opera, assistiamo alla parabola della sua esistenza attraverso la scrittura lieve – ma che al tempo stesso non nasconde alcun punto oscuro della sua personalità – di Emmanuel Carrère. Egli stesso scrittore, nonché sceneggiatore e regista, Carrère è l’autore consacrato alla fama dal più recente Limonov. Adelphi ha ripubblicato quest’anno la biografia di Dick firmata da Carrère Io sono vivo, voi siete morti, che segue la prima edizione italiana pubblicata dalla casa editrice Theoria nel 1995 e una seconda di Hobby & work nel 2006: tre date che raccontano fra le righe la storia della diffusione di un genere e di un mito letterario.

La biografia può essere letta come un racconto della vita di Dick, ma anche come una sorta di introduzione ai suoi romanzi, la cui trama entra spesso a far parte della narrazione in un intreccio di improvvise scoperte culturali, innamoramenti e disamori, esperimenti psichici e momenti di abbandono: la perdita della sorella gemella ancora neonata, il rapporto con la madre, gli anni passati come commesso in un negozio di dischi e poi la lunga, tormentata carriera di scrittore di scarso successo che non riuscì mai a far breccia nel mondo della letteratura “alta”. Poi, la presa di coscienza del proprio destino di scrittore di fantascienza, ma di una fantascienza speciale che col passare degli anni, agli occhi dell’autore, si andava facendo tramite di rivelazioni da parte di entità sempre più alte. Infine, gli ultimi anni di “esegesi di se stesso” che Dick dedicò al tentativo di comprendere il dialogo fitto e ormai inestricabile che si teneva quotidianamente fra i diversi aspetti della sua personalità, al limite della percezione sdoppiata di sé e – spesso – attraversando quel limite. Tutto questo (oltre alle molte intrusioni del mondo a lui contemporaneo: i Beatles, Bob Dylan, Stanislaw Lem, una celebre intervista su Rolling Stone e… l’FBI) si legge in Io sono vivo, voi siete morti.

Per scoprire Carrère vi consigliamo anche il post che gli abbiamo dedicato un anno fa.  Molte delle sue opere sono disponibili su MLOL in prestito digitale per gli iscritti alle biblioteche, inoltre sono presenti diversi titoli di Philip Dick in lingua originale, nella sezione Ebook Open. Qui potete consultare l’elenco dei sistemi bibliotecari a cui rivolgervi per usufruire del servizio. Ricordate inoltre che per chi non disponesse del servizio di MLOL o volesse leggere più ebook al mese esiste il servizio freemium MLOL Plus.