“La stiva e l’abisso”, il romanzo (in)trovabile di Michele Mari

Molti fra i lettori più appassionati conoscono la triste sensazione di desiderare un libro che non è più in commercio. A volte questo libro è proprio introvabile, anche setacciando i mercatini dell’usato, le librerie remainder, la Caccia al Libro di Fahrenheit, le librerie dell’usato online; pur scrivendo all’editore suppliche che ne favoriscano la ristampa, anche implorando il fortunato possessore di una copia su Anobii, senza badare a spese.

La salvezza arriva spesso dalle biblioteche, dove è possibile trovare molti libri non più ristampati e fuori commercio. Con l’avvento delle biblioteche digitali, poi, questa salvezza arriva ancora più semplice e immediata.

4mariUn prezioso romanzo di Michele Mari, La stiva e l’abisso, sta vivendo questo destino.

Michele Mari è un autore schivo, assente dai “luoghi della scrittura” più noti; nonostante questo, è oggetto di un culto straordinario da parte dei suoi lettori. In questa lunga intervista emergono in modo chiaro la sua personalità complessa e i suoi riferimenti letterari: quasi tutti gli autori da lui amati condividono con Mari una posizione di marginalità rispetto alle mode letterarie e, al contempo, una genialità che suscita un vera e propria adorazione nei lettori.

Forse proprio perché introvabile, il romanzo La stiva e l’abisso si colloca fra le opere meno lette di Michele Mari per stessa ammissione dell’autore, e ce ne dispiace, perché si tratta di uno dei suoi libri migliori.
Ambientato su un galeone spagnolo bloccato in mezzo al mare dalla bonaccia, per un lungo tempo che sembra immobile, il romanzo narra le vicissitudini della strana e multiforme ciurma che popola la nave. Un capitano con una gamba in cancrena che, sepolto nel buio maleodorante della carena, mescola i suoi deliri onirici con i fatti che gli vengono quotidianamente riportati dal suo secondo, deformati anch’essi dal clima di follia che investe tutta la nave, e narrati con un linguaggio forzato, distorto, visionario. L’autore dimostra una maestria nella sperimentazione linguistica che non toglie nulla alla godibilità della lettura e che produce, anche solo per l’effetto delle distorsioni del linguaggio, una meravigliosa atmosfera di ironica comicità.
L’ironia, nel romanzo come in gran parte della produzione letteraria di Michele Mari, si esprime anche nella profonda spietatezza verso la condizione umana, le cui disperate contraddizioni sono espresse nel più misero come nel più nobile dei suoi personaggi.
5mariSu MLOL sono disponibili molte altre opere di Michele Mari, compresa la raccolta Cento poesie d’amore a Ladyhawke, forse l’unico dei suoi libri ad avere avuto un grande e costante successo di pubblico: fenomeno assai strano, trattandosi di poesia. Segnaliamo anche il romanzo Io venìa pien d’angoscia a rimirarti, ispirato alla figura di Giacomo Leopardi, e la curiosa inchiesta Rosso Floyd che ricostruisce in modo febbrile e vertiginoso la parabola artistica della leggendaria band dei Pink Floyd attraverso le vite dei musicisti Syd Barrett, Roger Waters e David Gilmour, giocando sempre a mescolare il confine fra il biografico e il fantastico, come è tipico di molte narrazioni di Mari.

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