L’India raccontata dalle sue scrittrici

Sono sempre di più le autrici indiane che vengono tradotte e pubblicate anche in Italia. Si tratta di scrittrici di lingua inglese che, con i loro romanzi e racconti, hanno dato voce a milioni di donne e alle loro storie nascoste e sconosciute, contribuendo a plasmare il paesaggio letterario dell’India contemporanea: per la prima volta, infatti, hanno affrontato in ambito letterario argomenti quali le condizioni di vita delle delle donne e la loro quotidianità, le questioni familiari, le ingiustizie e le disuguaglianze sociali, il femminismo e la lotta al capitalismo.

Ne abbiamo scelte alcune fra le più influenti e apprezzate, le cui opere sono disponibili per il download su MLOL.

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Arundhati Roy (jeanbaptisteparis – CC BY-SA 2.0 – Wikimedia Commons)

Iniziamo con Arundhati Roy, scrittrice, sceneggiatrice, giornalista, ma soprattutto attivista politica, impegnata nel campo dei diritti umani, a protezione dei più deboli, nella difesa dell’ambiente e contro le politiche economiche e di industrializzazione sfrenata del suo paese. Il romanzo cui deve la sua fama e la sua popolarità (oltre che condanne morali  e contestazioni in patria) e col quale vinse il Booker Prize, è Il dio delle piccole cose, del 1997. 
Ci sono voluti 20 anni prima che l’autrice ne scrivesse un altro: Il ministero della suprema felicità. Una storia molto forte e unica, che smuove, fonde tenerezza e brutalità, accompagnandoci in un lungo viaggio nell’India dei contrasti: povertà e ricchezza, guerra e pace, paesaggi sconfinati e città rutilanti, lacrime e sorrisi, forza e fragilità. È il racconto eccessivo e colorato di una donna transessuale – una hijra – che da piccola lascia la sua casa per andare a vivere in una comunità di hijra nella desolata città vecchia di Dehli, i cui residenti sono emarginati. Ormai adulta, testimone del massacro di Gujarat, decide di rinunciare alla comunità hijra e di rientrare nel mondo. E la sua casa, costruita tra le tombe di un cimitero, diventerà il rifugio di tutti gli esclusi.  Su MLOL trovate questi due romanzi e alcuni suoi scritti politici, qui invece una recente intervista in cui racconta la sua lotta e il suo impegno a favore della libertà di espressione in India.

Anita Desai è fra le scrittrici indiane più accreditate. Selezionata per ben tre volte al Booker Prize, ha vinto il premio nazionale indiano Sahitya Akademi, oltre al Premio Padma Bhushan 2014 per il suo contributo alla letteratura indiana. Se non avete ancora letto i suoi romanzi vi consigliamo di partire da In custodia, del 1987, finalista al Booker Prize; molto toccante, ma al contempo divertente. Racconta le peripezie di Deven Sharma, professore di Hindi a Mirpore con scarsa disponibilità economica, appassionato della lingua e della poesia Urdu a tal punto che, pur di incontrare Nur, uno dei più grandi poeti in quella lingua, accetta la proposta di intervistarlo: per riuscire nell’impresa, si caccia nei guai.
Altro titolo interessante è Viaggio a Itaca. Scritto dalla Desai durante un suo soggiorno in Italia, racconta con ironia e compassione la storia di due giovani, Marco e Sophie, che negli anni ‘70, influenzati da Il pellegrinaggio in Oriente di Herman Hesse, partono per l’India in cerca di illuminazione spirituale e poi frequentano l’ashram di Sri Aurobindo, sotto la guida ascetica e autoritaria della Madre che dirige la comunità. Mentre Matteo accetta incondizionatamente le regole rigide e manipolatorie dell’ashram, Sophie, che vorrebbe riportare a casa l’uomo che ama e dal quale ha avuto due figli, intraprende un nuovo viaggio che è anche un cammino a ritroso sulle tracce della ragazza che la Madre è stata prima di diventare quell’affascinante e pericoloso oggetto di culto.

Le storie di Jhumpa Lahiri, scrittrice americana, nata a Londra da genitori di origini Bengalesi, ruotano tutte intorno al tema degli immigrati e dei problemi – gli stessi che l’autrice ha vissuto in prima persona – che affrontano quotidianamente in una terra straniera. Ciò che piace di lei è la sua scrittura, semplice ma capace di trasmettere ai lettori messaggi profondi e complessi.
La sua prima raccolta di racconti L’interprete dei malanni (1999) ha conquistato lettori e critica guadagnandosi, nel 2000, il Premio Pulitzer per la narrativa. Si tratta di nove storie di persone comuni che ci raccontano un’India multiforme attraverso lo sguardo e il sentire di chi è emigrato, di chi è nato lontano e l’ha conosciuta solo attraverso le parole dei genitori, o ancora di chi non l’ha mai lasciata pur vivendo il fascino della cultura occidentale.
La stessa Jhumpa Lahiri, mossa dal grande fascino che la lingua italiana esercitava su di lei, dopo averla studiata negli Stati Uniti e aver soggiornato in diverse città italiane, decise di trasferirsi con tutta la famiglia a Roma tra il 2012 e il 2014. Da questa esperienza è nato In altre parole, raccolta di racconti scritti direttamente in italiano (originariamente per la rivista Internazionale) che narrano il suo colpo di fulmine e la passione profonda per la nostra lingua. Nel video qui sopra Jhumpa Lahiri racconta ciò che l’India e la scrittura rappresentano per lei.

Anita Nairoriginaria del Kerala, ha trascorso la sua infanzia a Madras, e, dopo aver viaggiato in Inghilterra e negli Stati uniti, si è stabilita a Bangalore. Tema centrale della sua narrazione è la particolare condizione della donna in India e di come si stia evolvendo. Secondo la Nair la situazione di oppressione e di repressione che le donne indiane vivono è determinata non solo da fattori sociali e religiosi, ma anche da condizioni di diseguaglianza economica ed educativa, sfruttate a loro svantaggio da elementi patriarcali. E questi aspetti emergono dalle sue storie.
Uno dei suoi romanzi più noti è Cuccette per signora. Akhila, impiegata quarantenne che nella sua vita non è mai riuscita  a fare quello che veramente desiderava, prigioniera qual è dei ruoli di figlia, sorella e zia che le sono stati imposti, un giorno acquista un biglietto di sola andata per una cittadina di mare nel sud dell’India. Grazie all’intimità che si crea nel vagone letto in cui viaggia con altre donne, Akhila osa far loro la domanda che tormenta da tempo: una donna ha davvero bisogno di un uomo per essere felice e soddisfatta? Cuccette per signora è un romanzo tenero e emozionante, un racconto polifonico che ci accompagna alla scoperta del mondo delle donne indiane e al tempo stesso un bel viaggio alla scoperta di sé.

ChitraBanerjeeDivakaruni

Chitra Banerjee Divakaruni (Dying Fall – Public Domain – Wikimedia Commons)

L’ultima scrittrice che vi segnaliamo è Chitra Banerjee Divakaruni, poetessa, saggista, giornalista ed attivista indiana, naturalizzata statunitense,  che molti hanno conosciuto grazie al romanzo La maga delle spezie.
Si tratta di una scrittrice che ha il dono dell’affabulazione ed è capace sia di rendere il lettore partecipe delle vite dei suoi personaggi che di mettere in luce le parti più oscure della natura umana. Qui vi avevamo parlato del suo Raccontami una storia speciale, una reinterpretazione in chiave moderna dell’espediente narrativo medioevale della cornice, ma vi suggeriamo anche la lettura di Sorella del mio cuore, “un romanzo avvolto come un sari attorno alla vita di due bambine che diventano donne perdendosi e ritrovandosi fra le tradizioni dell’India e le contraddizioni dell’esistenza”.

Su MLOL ci sono i romanzi di nuove autrici indiane, anche se meno conosciute delle precedenti, come Bulbul Sharma, Jasvinder Sanghera, e Alka Saraogi (scrittrice indiana di lingua Hindi); le loro opere, insieme a quelle delle scrittrici di questo post, sono raccolte in una nostra lista.