«La sua verità ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio dal demone del mezzogiorno»
Salmo 91
Pubblicato nel 2001, vincitore di innumerevoli premi e riconoscimenti e tradotto in 24 lingue, Il demone di mezzogiorno di Andrew Solomon è un libro che coniuga racconto individuale, sensibilità personale e un ottimo livello di divulgazione scientifica su un tema che tocca tantissime persone, ma di cui si parla raramente: la depressione.
Giornalista diviso fra New York e Londra, Solomon pubblica articoli e saggi che attraversano i campi della politica, della cultura e della psicologia. La caratteristica principale del Demone di mezzogiorno si trova però nel fatto che il suo sforzo divulgativo parte in questo caso dal racconto approfondito e privo di pudori della sua esperienza personale della depressione. O per meglio dire, il racconto personale è intessuto nell’intera struttura del libro, rendendone la lettura – nonostante la pesantezza del tema e la lunghezza della trattazione – molto gradevole.
La depressione, le crisi, i trattamenti, le alternative, la popolazione, la dipendenza, il suicidio, la storia, la povertà, la politica, l’evoluzione, la speranza: è sufficiente scorrere l’indice del libro per farsi già un’idea dei molti temi trattati, probabilmente tutti quelli che si possono prendere in considerazione per raccontare e spiegare, anche nei suoi aspetti antropologici e scientifici, la malattia.
In altri paesi del mondo esistono servizi di divulgazione – o di semplice condivisione di racconti personali – su tematiche di questo genere. Un caso esemplare è lo statunitense The Mighty, che con il suo “We face disability, disease and mental illness together” offre ogni giorno ai lettori di tutto il mondo racconti di esperienze di malattia, di cure e di sconfitte, di scoperte e di consigli su come affrontare la quotidianità da (e al fianco di) persone malate o portatatrici di disabilità. Non sorprende che la sezione dedicata alle malattie mentali sia molto ricca. In Italia non è ancora diffusa una cultura di questo genere, tesa a promuovere il racconto e la discussione libera e priva di pregiudizi su temi così delicati, e il libro di Solomon va almeno in parte a riempire questa lacuna per chi vuole avvicinarsi a questi temi.
Vi troverete infatti risposte a domande non banali: che cosa può provare una persona che pur in assenza di malattie fisiche visibili non riesce ad alzarsi dal letto per intere giornate? Quali ostacoli si possono trovare nella ricerca di un farmaco efficace e del tipo giusto di psicoterapia? Come è possibile che l’idea della propria stessa fine risulti in certi momenti plausibile al pari di ogni altra idea? In che senso questa malattia che si è abituati a pensare come “non fisica” è in realtà, come ogni malattia mentale, una sorprendente miscela di squilibri chimici nel nostro organismo, storia personale, dramma psicologico ed effetto di condizioni anagrafiche e sociali?
Ma vi potrete leggere anche storie inaspettate, come quella della tragedia collettiva del popolo cambogiano dopo il trauma del regime di Pol Pot. O della “sindrome del vagabondo” conosciuta in passato dagli Inuit groenlandesi, quando all’improvviso qualcuno si staccava dalla comunità e viveva solo fino alla morte, senza poter più ritornare. O della storia stessa di questa malattia, nient’affatto sconosciuta agli antichi, per secoli definita “melanconia”, e dei significati che le sono stati attribuiti nel corso del tempo: predominio della bile nera nell’organismo umano, problema filosofico, cristiano peccato di accidia, possessione demoniaca, bestialità punita con la reclusione nel Settecento, segno di genialità durante il Romanticismo, caso di studio per la psicanalisi.
Nel V secolo dopo Cristo
Cassiano presumeva che i «terrori della notte» si riferissero al male, «la freccia che vola di giorno» all’assalto furioso dei nemici dell’uomo, «la peste che vaga nelle tenebre» ai demoni che giungevano nel sonno; «lo sterminio» alla possessione e il «demone di mezzogiorno» alla melanconia, il male chiaramente visibile nell’ora più luminosa del giorno, che tuttavia strappa l’anima da Dio.
In modo umanistico e in definitiva più umano, nel capitolo finale del libro dedicato non a caso alla Speranza, oggi Solomon scrive:
Si vorrebbero tracciare i confini netti del sé. In realtà, non esiste un sé fondamentale che giace puro come una vena d’oro sotto il caos dell’esperienza e della chimica. L’organismo umano è una sequenza di sé che a vicenda si subordinano o si associano. Ogni uomo è la somma di scelte e di circostanze; il sé esiste nell’angusto spazio in cui il mondo e le scelte operate si congiungono.
Potete scaricare il libro da MLOL, in prestito digitale per 14 giorni. Dello stesso autore è disponibile anche Lontano dall’albero. Storie di genitori e figli che hanno imparato ad amarsi.
A tutti consigliamo anche il video della conferenza TED (in lingua inglese ma con sottotitoli italiani) Depressione, il segreto che condividiamo. Potrete sempre ritrovare anche questa risorsa tramite MLOL.