Attraversare i muri, con Marina Abramović

A volte vengono pubblicate biografie – o autobiografie, come in questo caso – che riescono ad avvicinarci a mondi che non avremmo altrimenti mai pensato di frequentare. A volte si tratta di mondi che possono sembrare, a un primo sguardo, difficili, troppo intellettuali, quasi “esotici”. Molte persone hanno questa sensazione rispetto all’arte contemporanea, coi suoi linguaggi spesso ostici. Ancora di più, rispetto a una delle sue forme più estreme e meno conosciute dal grande pubblico: la performance, il mezzo proprio dell’arte performativa.

Marina Abramović – autodefinitesi la Grandmother of Performance Art – è stata fra le protagoniste di questo genere artistico fin dai suoi inizi, negli anni Sessanta del Novecento. Serba, nata nella ex Jugoslavia ancora comunista e figlia di partigiani, vanta una carriera ricchissima e ininterrotta che l’ha portata in ogni luogo del mondo a presentare le sue opere. Ma la sua notorietà è esplosa negli ultimi anni, grazie a performance che fanno leva sul coinvolgimento diretto del pubblico e a un documentario, The Artist is Present, che ha portato nelle case di molti la documentazione della omonima performance al MOMA di New York nel 2010.

Fin dal primo giorno della performance, il 14 marzo 2010, fuori dal MoMA si formò una coda lunghissima. Le regole erano semplici: ogni persona poteva sedersi davanti a me per tutto il tempo che voleva, breve o lungo che fosse. Ci saremmo guardati negli occhi. Non era permesso né toccarmi né parlarmi.
Così cominciammo.
In The House with the Ocean View avevo un rapporto con il pubblico, ma The Artist Is Present era tutt’altra faccenda, dato che la relazione era uno a uno. Io ero lì, al cento per cento – anzi, al trecento per cento – per ogni persona. E divenni estremamente ricettiva. Come avevo notato in Nightsea Crossing, il mio olfatto divenne più sensibile. Ebbi la sensazione di capire lo stato mentale che Van Gogh raggiungeva dipingendo i suoi quadri. Quando dipingeva la leggerezza dell’aria. Mi sembrava di vedere, attorno a ogni persona seduta davanti a me, le stesse particelle di energia che vedeva lui. Fin da subito mi resi conto di una cosa sorprendente: ogni persona che si sedeva davanti a me lasciava un’energia specifica. La persona se ne andava. L’energia rimaneva.

Abramović è anche donna dal carattere forte e dalla personalità ricchissima, che è andata molto oltre le proprie origini esplorando anche culture lontane nello spazio e nel tempo, sempre allo scopo di integrarle nel suo lavoro artistico e di renderlo in questo modo più significativo, più universale.

Donna di grandi passioni e amori, narrati senza sconti nell’autobiografia che vi proponiamo in ebook, Attraversare i muri.
Un’intera vita artistica, le persone incontrate e amate, ma anche l’infanzia in un paese comunista e il difficile rapporto con la madre e il fratello, l’allontamento dalla Jugoslavia, la vita in camper col primo compagno, la Grande muraglia cinese, l’acquisto di un palazzo fatiscente abitato da tossicodipendenti ad Amsterdam, New York, i musei, le gallerie, i viaggi, le esperienze spirituali.
Un’autobiografia in grande stile, insomma, capace di avvicinare anche gli scettici a una forma d’arte che – raccontata in prima persona – acquista un carattere comprensibile, nuovo, quasi intimo.