Il cinema visionario, grottesco e bellissimo di Emir Kusturica

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Di Medija centar Beograd [CC BY-SA 3.0] attraverso Wikimedia Commons

Nato a Sarajevo nel 1954, il regista Emir Kusturica ha conosciuto il suo periodo di maggiore ispirazione artistica negli anni Ottanta e Novanta, decenni durante i quali realizzò alcune pellicole che ritraggono in modo a volte malinconico, più spesso in modo surreale, ironico e grottesco la storia e le contraddizioni della ex Yugoslavia. Tra i suoi film, ampiamente apprezzati da pubblico e critica, ricordiamo Ti ricordi Dolly Bell? (vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia nel 1981), Papà… è in viaggio d’affari (Palma d’oro a Cannes nel 1985), Il tempo dei gitani (premio per la migliore regia a Cannes) e Underground, con il quale vinse per la seconda volta la Palma d’oro nel 1995, proprio mentre nella ex Yugoslavia la guerra fratricida impazzava senza controllo (l’eccidio di Srebrenica si consumò proprio in quello stesso anno).

Per avere un’idea generale dell’opera di Emir Kusturica consigliamo la lettura di un volumetto, a cura di Giorgio Bertellini, pubblicato nell’agile collana di monografie dedicate ai grandi registi che hanno fatto la storia del cinema, edita della casa editrice Il Castoro.  Continua a leggere

Angelo Frontoni, il fotografo delle dive

La storia del cinema (in questo caso, del cinema italiano ed europeo) si può leggere in tanti modi, uno dei quali è la lunga scia della documentazione fotografica che lascia dietro di sé: le tante foto di scena scattate sui set, per analizzare un’inquadratura, nei momenti di pausa, nei dialoghi fra registi, tecnici e attori, prima di tutto. Ma anche il genere della ritrattistica delle celebrità, delle dive (e dei divi), che ha alimentato per decenni la costruzione di miti pop entrati anche grazie a questo nella memoria collettiva.

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Sophia Loren, 1960 ca.

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Cinema e festival in ebook

La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale.

Cinematograph_Lumiere_advertisement_1895Il cinema ne ha fatta di strada da quando nacque a fine Ottocento, nonostante pochissimi ci credessero e tra loro nemmeno chi inventò il primo proiettore cinematografico. La frase che leggete in testa a questo post è infatti attribuita nientemeno che a Louis Lumière!

E con la crescita esponenziale delle produzioni cinematografiche si sono affermati molti Festival del Cinema per tutto il mondo. In Italia il più prestigioso, giunto alla 72esima edizione, si svolge a Venezia e proprio oggi conosceremo il vincitore dell’ambitissimo Leone d’oro. Abbiamo colto così quest’occasione per presentarvi alcuni libri consultabili in MediaLibrary sul cinema e sui film, ma daremo conto solo delle pubblicazioni di critici cinematografici, non citeremo libri scritti dagli stessi protagonisti (attori, registi, scenografi) e dai cultori di altre discipline che si sono cimentati sulla settima arte. Del resto:

Tutti si sentono in diritto, in dovere di parlare di cinema. Tutti parlate di cinema, tutti parlate di cinema, tutti! Parlo mai di astrofisica, io? Parlo mai di biologia, io? Parlo mai di neuropsichiatria? Parlo mai di botanica? Parlo mai di algebra? Io non parlo di cose che non conosco!
(Sogni d’oro, Nanni Moretti)

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Gente: una rivista per tutti

gente coverDopo un lungo periodo in cui nell’Edicola MLOL sono stati presenti soprattutto quotidiani, sono ormai molti i settimanali consultabili gratuitamente per tutti gli iscritti al servizio (ecco la lista dei sistemi aderenti).

Uno dei titoli che ha rapidamente scalato la classifica dei più consultati è Gente, il noto settimanale dedicato al gossip e alla vita dei personaggi famosi, ma non solo! Continua a leggere

Media History Digital Library. Riviste di cinema, radio e televisione dal 1903 al 1995

Media History Digital Library - HomeLa Media History Digital Library  – una delle banche dati presenti su MediaLibraryOnLine, oltre che liberamente consultabile sul web – è una collezione digitale che raccoglie le riproduzioni in alta definizione di riviste dedicate al mondo dello spettacolo e dei mass-media (teatro, cinema, radio) attualmente nel pubblico dominio, cioè non più protette dal diritto d’autore. Continua a leggere