Per venti anni Leon Leyson si è chiamato Leib Lejzon e per quarant’anni ha praticamente taciuto il suo nome originario come la sua storia. Vale la pena ricordarlo oggi, a pochi giorni dalla celebrazione del Giorno della memoria in commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
Nato nel 1929 in un villaggio di campagna nel nordest della Polonia, arrivato a otto anni a Cracovia – dove il padre lavorava da un po’ di tempo – con in testa tutte le avventure che una grande città avrebbe potuto riservargli, conosce dopo un anno appena la durezza della guerra, viene rinchiuso nel ghetto ebraico con la sua famiglia e vive l’orrore del campo di Plaszów.
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