La mala ordina… MLOL risponde

All’inizio degli anni ’70 si sviluppò in Italia un genere cinematografico che prendeva le mosse dal noir e dal poliziesco, e che riadattava al racconto dei fatti di cronaca nera dell’epoca elementi tipici del cinema spaghetti western: parliamo del poliziesco all’italiana o poliziottesco, come lo ribattezzò la critica del tempo. Protagonisti di questi film infatti, ambientati nelle grandi città italiane in preda a lotte tra bande criminali, corruzione e malavita – Milano, Roma, Napoli – sono poliziotti, spesso di indole anarcoide, che cercano di riportare giustizia con metodi poco ortodossi, a volte abbassandosi alle logiche criminali per prevalere sui banditi a cui danno la caccia. A differenza del noir classico, dove le indagini portano alla soluzione del caso e al trionfare della giustizia, qui non c’è la distinzione netta tra buoni e cattivi, la violenza esplode feroce – con sequenze che rimandano al cinema splatter e horror- l’azione è incalzante e sottolineata fortemente dalla musica che diventa parte integrante della narrazione, la caratterizzazione dei personaggi è estrema e a tratti grottesca (diventando esplicitamente comica in tutto un sottofilone più tardo del genere, che finì con lo sfociare in una parodia di se stesso), il finale non è consolatorio.
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Elio Petri: due film del grande regista disponibili su MLOL

Elio Petri fa parte di quella generazione di registi italiani che tra gli anni sessanta e settanta rielaborarono il patrimonio del neorealismo, la base teorica e stilistica di un modo di fare cinema che in quegli anni intraprendeva nuove direzioni. Scriveva Petri già nel 1957:

Il Neorealismo, se non è inteso come vasta esigenza di ricerca e di indagine, ma come vera e propria tendenza poetica, non ci interessa più […] Occorre fare i conti con i miti moderni, con le incoerenze, con la corruzione, con gli esempi splendidi di eroismi inutili, con i sussulti della morale: occorre sapere e potere rappresentare tutto ciò.

Petri è considerato uno degli eredi diretti di quella corrente: prima che regista, infatti, fu critico cinematografico per l’Unità, dal 1949, e imparò il mestiere da Giuseppe De Santis, uno dei più importanti esponenti del cinema neorealista, con il quale collaborò alla sceneggiatura di vari film tra cui Roma ore 11 e Un marito per Anna Zaccheo. Dopo dieci anni di attività come sceneggiatore, girò il suo primo lungometraggio nel 1961 : L’assassino (protagonista è Marcello Mastroianni, del quale era diventato amico durante le riprese di Giorni d’amore di De Santis) è un thriller in cui lo stile di Petri si può già definire come un “neorealismo esistenziale”, in cui grande spazio hanno la sottile analisi psicologica dei personaggi, e in cui il grottesco è categoria fondamentale per descrivere i rapporti sociali, le aberrazioni del potere, l’alienazione dell’uomo nella società dei consumi.

Seconda opera di Petri è I giorni contati, del 1962, che fa parte della collezione Open di MLOL e che potete guardare in streaming dal vostro computer.

immagine in PD da Wikimedia Commons

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Cary Grant e la guerra dei sessi, secondo Howard Hawks

Ah, tu hai un’idea all’antica del divorzio, come se fosse eterno, fino a che morte non vi riunisca. Oggi però il divorzio non vuol dire più niente, Hildy, sono 2 parole dette da un giudice distratto.
“His Girl Friday”

Howard Hawks 2Forse il nome di Howard Hawks (1896-1977) non dice molto ai più, ma in realtà è stato uno dei più grandi, prolifici ed eclettici registi dell’epoca d’oro di Hollywood. A lui dobbiamo classici del western come Un dollaro d’onore, capolavori noir come Il grande sonno, o commedie musicali come Gli uomini preferiscono le bionde (tanto per citarne solo alcuni – ma i film di cui ha firmato la regia sono una cinquantina, molti dei quali sono entrati a pieno diritto nella storia del cinema). Paradossalmente, fu proprio la sua straordinaria capacità di muoversi all’interno dei generi più diversi a farlo considerare – per molti anni – nulla più che uno dei tanti bravi “artigiani” della Hollywood classica, e venne rivalutato solo alla fine degli anni ‘50 dai critici dei Cahiers du cinéma. Continua a leggere

I capolavori del muto di Ernst Lubitsch su MLOL

Ernst Lubitsch, nato a Berlino nel 1892, è stato uno dei più grandi registi di commedie degli anni Ernst_Lubitsch_and_wife (4)Trenta e Quaranta, ed è rimasto famoso per il suo “tocco” (il Lubitsch touch) che ha segnato un’epoca del grande cinema Hollywoodiano. Dopo aver iniziato la sua carriera in Germania, fu chiamato a Hollywood nel 1923 dall’attrice e produttrice Mary Pickford: non rientra quindi nel folto gruppo di registi tedeschi che sbarcarono negli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta in fuga dalla Germania nazista, e tuttavia non ritornò mai più nella sua madrepatria, alla quale non poté mai perdonare il nazismo e la persecuzione degli ebrei.

Ma che cos’è il famoso tocco alla Lubitsch che rese così irripetibili i suoi film? Ecco come prova a spiegarlo Billy Wilder, uno dei suoi discepoli più famosi e a sua volta maestro nella commedia, che fu suo collaboratore a partire dal 1938:

Lubitsch aveva capito benissimo che bastava dire “due più due” senza bisogno di aggiungere “quattro”, perché il pubblico avrebbe tirato le somme da solo. Lasciava fare tutto agli spettatori, o quasi. Lui costruiva una situazione basandola su un accenno, un’allusione, e poi aspettava le risate. (Cameron Crowe, Conversazioni con Billy Wilder, p. 19)

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Video Open su MLOL: Alfred Hitchcock

hitchcock

Alfred Hitchcock è stato uno dei più grandi registi del Novecento: attivo dagli anni ‘20 del cinema muto agli anni ‘70 del secolo scorso, ha influenzato con la sua opera tutta la storia del cinema; grazie al suo personalissimo stile, che gioca sulla suspense e sul sentimento dell’angoscia, ha regalato al cinema e agli spettatori di tutto il mondo film indimenticabili che sono diventati parte dell’immaginario collettivo, e che gli hanno valso l’appellativo di “maestro del brivido”. Ma c’è più di questo: la bellezza delle sue opere sta anche nell’eleganza della fotografia, nell’uso sapiente e onirico delle inquadrature, che sono la firma inconfondibile del regista, nella maestria con cui utilizza i tempi cinematografici per aumentare la tensione emotiva dello spettatore, e nell’ironia, tipicamente inglese, con cui guarda ai suoi personaggi e che costituisce un altro elemento cardine dei suoi film.

Se cerchiamo “Hitchcock” su MLOL otteniamo ben 23 risultati nella categoria Video Open. Si tratta di opere di pubblico dominio, disponibili gratuitamente in rete e raccolte in archivi dedicati (come Internet Archive, Rai TV, Arcoris TV), che sono state inserite nella collezione di MediaLibrary per il loro grande valore storico e cinematografico. Continua a leggere